Abbiamo protestato contro tutti quelli che ci sono passati per le mani e sopra le notre teste, ma i nostri bersagli preferiti di sempre sono state loro: la Falcucci (chi se la ricorda?!), la Iervolino, la Moratti. E adesso la Gelmini. Ci hanno provato tutti, a riformarla, ma sono riusciti solo a peggiorare di volta in volta la situazione: non si riesce mai a trovare un convinto sostenitore de "La Riforma della scuola", tranne il povero ministro che è sicuro di aver trovato il busillis e di passare alla storia per la genialata partorita dopo notti di bagordi (si spiegano solo così, le deformi Riforme della scuola).
Abbiamo studiato in aule spoglie, fredde, coi muri scrostati che nessuno ripara.
Abbiamo manifestato contro la guerra, il nazipreside, i termosifoni spenti, la crisi, la scala mobile.
Abbiamo speso tanti soldi per i libri, i quaderni, le penne, il compasso e la squadra, i dizionari, gli zaini, i diari.
Tutti uguali, tutti con le stesse possibilità, il figlio del medico e la figlia dell'operaio, siamo arrivati pari: la scuola ci ha accolto e ci ha dato gli stessi mezzi e richiesto gli stessi sforzi.
La differenza l'hanno fatta gli insegnanti. Opinione molto di parte perchè io ho sempre desiderato fare l'insegnante, l'ho fatto per poco tempo e all'estero (e sì, è stata l'esperienza lavorativa migliore in assoluto): ritengo che sia il "mestiere" più passionale di tutti, capace di dare grandi gioie, ma sudatissime, grandi delusioni da riscattare; esigente, in termini di tempo, di energie e di "sè"; pieno d'amore, per gli studenti, il sapere, la comunicazione. Una delle mie scrittrici preferite è Paola Mastrocola ed è anche il mio faro per quanto riguarda l'istruzione:
"La scuola raccontata al mio cane" è un saggio che i ministri della distruzione dovrebbero leggere ogni sera, imparare a memoria e soprattutto sostituire alle loro ridicole riforme. Ho sempre sognato di avere un'insegnante come lei, ma se metto insieme i vari professori che si sono succeduti in cattedra, riconosco in loro dei tratti eccezionali: la passione per la poesia e la narrativa, la tenacia nell'apprendimento, la fatica di sopperire a un sistema scolastico scoraggiante e fallimentare come quello italiano. Un sistema che non risponde più alle aspettative normali di nessuno dei suoi "utenti": studenti, professori, famiglie. Da quando non serve studiare perchè la promozione arriva comunque; da quando i genitori contestano gli insegnanti che danno le insufficienze; da quando è più importante il POF che le materie di studio; da quando la gita scolastica non dura 5 giorni ma 9 mesi; da quando ci si aspetta che la scuola insegni un mestiere. E così gli insegnanti non insegnano a studenti che non studiano.
Pare che ne sia venuto fuori un amarcord molto nostalgico dei tempi che furono... (Sono come un vecchio muratore che si ferma a guardare i nuovi cantieri scuotendo la testa...) E' così. Io non mi riconosco nella scuola di oggi: io avevo rispetto per insegnanti (pure gli stronzi) e ne avevano i miei genitori, studiavo e mi sentivo male se ero impreparata, quando ho preso un 5 (è successo!) ho pianto, sentivo di compiere un dovere per me stessa e per la mia famiglia se ero una brava studentessa, ma soprattutto mi piaceva tanto studiare e mi sentivo una privilegiata a poterlo fare; i miei professori lavoravano con grande dedizione e godevano dei nostri successi, protestavano, certo, per la riforma di turno, ma non erano al tempo dei "missionari" sottopagati e frustrati. Oggi mi sembra che sia la sfiducia il sentimento che accumuna le parti in causa - con qualche eccezione di resistenza e lotta contro un nemico che non parla di ricerca, cultura, borse di studio, merito ma di tagli, baroni, furbi. E' successo qualcosa di brutto alla scuola italiana. Potrei dire che ha nome e cognome, ma non corrisponde alla realtà: non è solo colpa sua se gli insegnanti non insegnano a studenti che non studiano. Spero che il danno non sia irreparabile, perchè fra qualche anno ci andranno anche i miei figli e mi piacerebbe che loro vivessero una scuola migliore, magari un po' simile alla mia.