mercoledì 27 aprile 2011

Post a rimorchio

La settimana senza CialtrOne (generosamente accudito dai nonni) è una mini-vacanza da tutto... La nana scorrazza per casa spargendo giocattoli senza, finalmente, nessuno che la insegue, la spinge e le strappa tutto. Io e il maritozzo abbiamo abbandonato il piglio militare nella gestione della casa, ci sbaciucchiamo random e ci sollazziamo per ore su Internet. In pratica siamo sommersi dal casino, non ho ancora disfato la valigia da lunedì e il bucato steso venerdì è ancora là... ma stavolta me ne frego! Tra l'altro, grazie al commento che ho lasciato sul post della Casa nella prateria, ieri sono passate da qui circa 400 persone, mi sono ubriacata di popolarità!
E allora, visto che la carne al fuoco scarseggia, segnalo alcuni articoli che mi sono piaciuti una cifra in questi giorni e vi invito a leggere e a farvi un'idea...
- La grandissima Panzallaria ha cominciato a collaborare col Fatto quotidiano, cioè praticamente la mia blogger preferita sul mio giornale preferito, tombola! Qui il suo post sul significato della Resistenza (e come dice il vate Metilparaben, "tutti uguali un cazzo").
- Ci vogliono fottere su nucleare e testamento biologico. Dubbi? Qui e qui la conferma.
Allegria!!
(Dimenticavo l'evento clou della settimana... la nana ha imparato a dire mamma - a soli 18 mesi...)


lunedì 25 aprile 2011

La nostra Pasqua speciale

Pronti per la sessione di diapositive delle vacanze?!
Ecco quello che poche ore dai nonni ci hanno regalato...

giovedì 21 aprile 2011

Diecimila grazie

... e tanti auguri di Buona Pasqua da tutta la nostra famiglia, in particolare The two biggest Cialtrons in the world!

domenica 17 aprile 2011

Un'altra guerra tra donne

Prendo spunto da questo articolo e dalla discussione che ne è scaturita nei commenti allo stesso e nel profilo FB di un amico. Premessa: io sono stata da entrambi i lati della barricata quindi so di cosa parlano i single, ma ora sono dalla parte delle mamme e vi assicuro che di privilegi in campo lavorativo ne ho visti pochi. Ricordo molto bene il mio ritorno al lavoro e l'amarezza che mi ha accompagnato in ufficio per mesi: mi sono sentita frustrata, sminuita nelle mie capacità lavorative e intellettuali, scavalcata dall'ultima arrivata, ignorata; ho pagato caro il fatto di aver avuto la gravidanza a rischio e di aver preso tutto il congedo possibile - sono stata assente per mesi, è vero, non mi hanno licenziato (non potevano), anzi, mi hanno dato il part-time, ma queste "concessioni" le ho richieste e ottenute perchè non avevo scelta, non perchè avevo bisogno di più tempo libero (sarebbe il caso di definirlo anche, questo tempo libero: sono sicura che una mamma ne dà un significato molto diverso da una single - mettiamoci d'accordo sul fatto che è il tempo non dedicato al lavoro): i bambini erano piccolissimi e non potevo contare su aiuti familiari (nonni), i nidi hanno orari e calendari rigidissimi, e sono cari.
Si parla nell'articolo di prevaricazioni subite da chi non ha famiglia sul posto di lavoro riguardo a ferie e orari: chi ha figli ha la priorità di scelta del periodo di ferie e i single ne soffrono. Dice il mio amico: non è giusto che a me saltino le ferie perchè ci deve andare la mia collega-mamma e non è giusto che il mio amico debba fare turni doppi e senza ferie (stiamo parlando di medici: quando volete lamentarvi della sanità, chiedete prima al medico che vi cura da quante ore è in ospedale....) perchè ha due colleghe assenti perchè incinte; il mio tempo libero vale quanto il tuo. Copio-incollo: "Il problema reale é che nel lavoro la decisione splendida di costruire una famiglia non dovrebbe ricadere come peso lavorativo sui colleghi / e che o per scelta o per sfortuna sono single. O non hanno una famiglia " regolare" e certificata". E sono d'accordissimo! Ma allora perchè ci facciamo la guerra tra noi anzichè prendercela con un sistema lavorativo/scolastico/sociale che non sostiene nessuno dei due? Perchè le colleghe incinte non vengono sostituite per il periodo necessario? Perchè non mi ribello al capo che mi chiede gli straordinari non pagati quando c'è carenza di personale? Perchè le scuole chiudono per 3 mesi? Perchè dobbiamo fare le ferie tutti nello stesso periodo? Notare che stiamo parlando di una guerra tra ricchi, cioè persone che hanno un lavoro, che non sono state licenziate all'annuncio della gravidanza, che hanno potuto permettersi di stare a casa col 30% dello stipendio. E notare che in guerra ci vanno sempre le donne, stavolta sono le single contro le mamme, ma dove sono gli uomini?  Tutti lì a subire? I papà di quei bambini incastrati tra mille impegni, orari, vacanze; i capi che impongono riduzioni di ferie; i compagni di queste donne in lotta? Invece che affrontare il problema reale ci scanniamo tra di noi e restiamo in attesa di una nuova guerra. Quale sarà la prossima, dopo single contro mamme, allattamento al seno o artificiale, autonomi contro dipendenti, italiani e immigrati? Io la butto lì: è più intelligente la mora o la bionda?

P.S. ne parlano anche su Trashic donne molto molto argute.

venerdì 15 aprile 2011

Quanto ci piace leggere!




 
Spero che questa passione li accompagni per tutta la vita...

martedì 12 aprile 2011

La mia scuola era migliore


Abbiamo protestato contro tutti quelli che ci sono passati per le mani e sopra le notre teste,  ma i nostri bersagli preferiti  di sempre sono state loro: la Falcucci (chi se la ricorda?!), la Iervolino, la Moratti. E adesso la Gelmini. Ci hanno provato tutti, a riformarla, ma sono riusciti solo a peggiorare di volta in volta la situazione: non si riesce mai a trovare un convinto sostenitore de "La Riforma della scuola", tranne il povero ministro che è sicuro di aver trovato il busillis e di passare alla storia per la genialata partorita dopo notti di bagordi (si spiegano solo così, le deformi Riforme della scuola). 
Abbiamo studiato in aule spoglie, fredde, coi muri scrostati che nessuno ripara.
Abbiamo manifestato contro la guerra, il nazipreside, i termosifoni spenti, la crisi, la scala mobile.
Abbiamo speso tanti soldi per i libri, i quaderni, le penne, il compasso e la squadra, i dizionari, gli zaini, i diari.
Tutti uguali, tutti con le stesse possibilità, il figlio del medico e la figlia dell'operaio, siamo arrivati pari: la scuola ci ha accolto e ci ha dato gli stessi mezzi e richiesto gli stessi sforzi.
La differenza l'hanno fatta gli insegnanti. Opinione molto di parte perchè io ho sempre desiderato fare l'insegnante, l'ho fatto per poco tempo e all'estero (e sì, è stata l'esperienza lavorativa migliore in assoluto): ritengo che sia il "mestiere" più passionale di tutti, capace di dare grandi gioie, ma sudatissime, grandi delusioni da riscattare; esigente, in termini di tempo, di energie e di "sè"; pieno d'amore, per gli studenti, il sapere, la comunicazione. Una delle mie scrittrici preferite è Paola Mastrocola ed è anche il mio faro per quanto riguarda l'istruzione: "La scuola raccontata al mio cane" è un saggio che i ministri della distruzione dovrebbero leggere ogni sera, imparare a memoria e soprattutto sostituire alle loro ridicole riforme. Ho sempre sognato di avere un'insegnante come lei, ma se metto insieme i vari professori che si sono succeduti in cattedra, riconosco in loro dei tratti eccezionali:  la passione per la poesia e la narrativa, la tenacia nell'apprendimento, la fatica di sopperire a un sistema scolastico scoraggiante e fallimentare come quello italiano. Un sistema che non risponde più alle aspettative normali di nessuno dei suoi "utenti": studenti, professori, famiglie. Da quando non serve studiare perchè la promozione arriva comunque; da quando i genitori contestano gli insegnanti che danno le insufficienze; da quando è più importante il POF che le materie di studio; da quando la gita scolastica non dura 5 giorni ma 9 mesi; da quando ci si aspetta che la scuola insegni un mestiere. E così gli insegnanti non insegnano a studenti che non studiano. 
Pare che ne sia venuto fuori un amarcord molto nostalgico dei tempi che furono... (Sono come un vecchio muratore che si ferma a guardare i nuovi cantieri scuotendo la testa...) E' così. Io non mi riconosco nella scuola di oggi: io avevo rispetto per insegnanti (pure gli stronzi) e ne avevano i miei genitori, studiavo e mi sentivo male se ero impreparata, quando ho preso un 5 (è successo!) ho pianto, sentivo di compiere un dovere per me stessa e per la mia famiglia se ero una brava studentessa, ma soprattutto mi piaceva tanto studiare e mi sentivo una privilegiata a poterlo fare; i miei professori lavoravano con grande dedizione e godevano dei nostri successi, protestavano, certo, per la riforma di turno, ma non erano al tempo dei "missionari" sottopagati e frustrati. Oggi mi sembra che sia la sfiducia il sentimento che accumuna le parti in causa - con qualche eccezione di resistenza e lotta contro un nemico che non parla di ricerca, cultura, borse di studio, merito ma di tagli, baroni, furbi. E' successo qualcosa di brutto alla scuola italiana. Potrei dire che ha nome e cognome, ma non corrisponde alla realtà: non è solo colpa sua se gli insegnanti non insegnano a studenti che non studiano. Spero che il danno non sia irreparabile, perchè fra qualche anno ci andranno anche i miei figli e mi piacerebbe che loro vivessero una scuola migliore, magari un po' simile alla mia.

giovedì 7 aprile 2011

Una nascita eccezionale

Oggi ho visto nascere due genitori. Ho visto le lacrime di una nonna per una nipotina di 9 mesi. Ho pianto fortissimo con la mia vicina di casa (poi ci siamo dovute ricomporre per andare a prendere i bimbi al nido). Ho la pelle d'oca ogni volta che ripenso a quei tre. Che sono nati oggi, a migliaia di chilometri da qui.

Come sapete ho due figli: due gravidanze e due parti diversi ma uniti dalle stesse emozioni - stupore, dolore, calore, intimità, scoperta, paura, amore. Posso dire tranquillamente di essermi innamorata dei miei figli appena li ho visti, li ho sentiti miei, li ho finalmente toccati. Tanta è stata la difficoltà nel farli venire al mondo, tanto il sollievo nel non doverli più trattenere. Sono stata fiera di aver partorito entrambi naturalmente, con l'aiuto di un'ostetrica bravissima (la stessa per entrambi!) e il sostegno di mio marito: è stata la prima volta che mi sono trovata all'angolo, senza possibilità di scelta, senza scorciatoie ipotizzabili, da lì dovevano passare... Poi lasciamo perdere che il primo aveva 4 giri di cordone intorno al corpo ("Abbiamo visto che c'era un po' di sofferenza fetale, ma abbiamo pensato di farti proseguire, andavi benissimo..." - vi è andata di culo, diciamolo) e della seconda sono riuscita a partorire solo la testa, poi la gine me l'ha spinta fuori con una manovra di karate. Ma che soddisfazione! E' andata bene, sono stata brava e faccio un tifo sfegatato per il parto naturale: ho avuto compagne di stanza cesarizzate e pativo con loro l'impossibilità di muoversi e di prendere il neonato in braccio. Naturalmente l'essere diventata mamma mi ha insegnato a sospendere il giudizio o, almeno, a non esprimerlo di fronte a chi si è trovato in situazioni diverse dalla mia, a chi ha fatto scelte diverse: consiglio alle mie amiche di provare il parto naturale, di allattare, di portare con la fascia, senza impormi, e non critico MAI chi fa diversamente. L'ultima soddisfazione mi è stata data da una cara amica, mamma da poco, in difficoltà con l'allattamento e con l'inevitabile coro di pareri soi-disant autorevoli e imprescindibili: le ho detto di fidarsi del proprio istinto, di seguire eventualmente una sola linea di condotta, di scegliere una persona di fiducia (che sia l'ostetrica, il pediatra, la ginecologa, l'amica, la mamma) che non la faccia sentire inadeguata o paranoica; ecco, quest'amica mi ha detto che ero la prima persona a farla stare bene come mamma.
Tutto questo preambolo per dire che le emozioni che ho vissuto e conosciuto con la gravidanza, il parto, l'allattamento non sono paragonabili a nient'altro nella vita. E invece no. Oggi ho visto una mamma senza pancia, senza sala parto e senza latte avere lo stesso sguardo di una mamma "naturale"; l'ho vista mostrare fiera le coscette della sua bambina. Ho visto un papà che non aveva abbastanza faccia da contenere il sorriso. Ho visto una nonna piangere perchè la bambina si buttava tra le braccia del papà, un papà che ha conosciuto oggi. E secondo me si sono riconosciuti subito anche loro, quando si sono visti, quando si sono potuti toccare e abbracciare. E già si assomigliano.
Una gravidanza lunga anni, un parto lungo un volo di 20 ore.

Questo post partecipa al blogstorming

domenica 3 aprile 2011

Considerazioni di una casalinga a primavera

La mattina stendo e la sera tutto il bucato è asciutto.
Sono arrivate le formiche, come diavolo le rimando indietro?
Finalmente i bimbi escono in giardino tutto il giorno - poi però mi riempiono la casa di terra e devo metterli direttamente in lavatrice (vabbè, tanto asciugano in fretta).
Domani andiamo a comprare le biciclette per tutti: pista ciclabile sei nostra (per la serie "famiglie al pascolo")!
Ci si veste molto meno: i rotolini di ciccia si vedono meglio...
Cambio degli armadi? Fatto: le magliette con maniche corte nel ripiano superiore hanno preso il posto dei maglioni (si capisce che non ho un'invidiabile cabina armadio con 3 collezioni di abiti - caldo, freddo, tiepido / lavoro, tempo libero, sera?).
Basta collant: tocca depilarsi...
Parte l'operazione giardini aperti: irritanti e rumorosi figli dei vicini all'arrembaggio!
Giardini aperti 2: bentornato vicino adolescente che strimpella la chitarra hits come "Dio è morto", "Wish you were here", "Io vagabondo"... robetta nuova, insomma...
Ah la bella stagione!

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