giovedì 31 gennaio 2013

Liberiamo una ricetta: pane for dummies

Ho fatto il pane. IO ho fatto il pane.
Non che il pane comprato al forno non sia buono, anzi. Ma a un certo punto scatta la voglia di far da sé, di assaporare un nuovo "sapore di casa", di insegnare ai bambini che il pane non nasce nei sacchetti, così come il latte non cresce nei tetrapak né le uova nei contenitori di plastica. (E complice anche il libro della mia amica Elisa Artuso "Eco-famiglie" che da quando è tra le mie mani mi sta invogliando a fare cose molto intelligenti e salutari, tra le quali appunto il pane - poi lei lo fa con la pasta madre, ma per questo tunnel non sono ancora pronta).
Ma da dove comincio? Potrei chiedere a mia madre che lo fa da anni, ma lei ha un'impastatrice professionale e un forno da esterno extra, e poi lo sapete come sono le dosi-mamma? "Massì dai, finché va diventa così, che va bene, ma non troppo" che sarebbe la versione familiare e carina del q.b. (quanto basta - per far uscire dai gangheri, aggiungo io). Lancio la sfida su FB e ne ricavo almeno una decina di ricette.
Ok ce la posso fare, non può essere così difficile, dai-dai-dai!!
Da Bravamamma quale sono coinvolgo i bambini nella preparazione, per insegnare loro che il pane non nasce ecc ecc, ma loro, di fronte alla prospettiva di due ore di lievitazione mi mandano al diavolo ed escono a giocare. Per farla breve, ho fatto 3 impasti da 500 g di farina l'uno, sbagliando almeno una cosa in ognuno: in uno ho dimenticato il sale e il miele, nel secondo la tazza d'acqua nel forno, nel terzo ho messo tutto ma mi sono complicata la vita con un procedimento diverso. Alla fine ne ho ricavato soddisfazione e insegnamenti fondamentali, ma soprattutto dei panini buonissimi.

LA RICETTA
- 500 grammi di farina (la manitoba, tipo 0, è il massimo)
- 300 grammi di acqua (circa) (q.b. insomma)
- mezzo cubetto di lievito di birra
- 10 grammi di sale (un cucchiaino, circa, ahem...)
- un cucchiaino di miele
- 3 cucchiai di olio evo (lo dico? Più o meno)

Ho sciolto il lievito in poca acqua tiepida poi l'ho aggiunto alla farina nel mixer con acqua (dove avevo sciolto il sale), olio e miele (che serve per "colorare" il pane). Ho mixato per poco tempo, giusto per amalgamare gli ingredienti finché si è formata una palla compatta ma morbida e liscia.
Ho trasferito la palla in una terrina di vetro, l'ho coperta con un canovaccio e l'ho lasciata lievitare fino a quando è raddoppiata (tipo per 3 ore). A me sembra ancora una cosa magica, questa cosa della lievitazione...
Ho preso l'impasto e messo sul tavolo con poca farina ho dato ordine ai garzoni bambini di fare i panini.
Ho dato una forma normale ai suddetti panini e li ho tagliati un po' in superficie, poi li ho lasciati riposare un'altra mezz'oretta. (E loro crescevano ancora, che carini!)
Ho acceso il forno a 200° e ho messo sul fondo una tazza con acqua (per non far seccare troppo il pane): ho infornato le creature (i panini) e dopo circa 25 minuti erano pronti. PERFETTI!

COSA HO IMPARATO
La pazienza: non si può mettere fretta alla lievitazione.
La precisione: a parte le quantità a occhio, che si imparano col tempo, bisogna mettere TUTTI gli ingredienti (è molto frustrante addentare il panino ancora caldo e scoprire che ti sei dimenticata il sale).
La bellezza: fare il pane appaga tutti i sensi... Impasti, gusti, la casa si riempie di profumo, i panini "scrocchiano" appena usciti dal forno... Un'estasi!
La gioia di far da sé. Si sa.

Perché "liberiamo una ricetta"?
L'anno scorso abbiamo segretamente preparato l'evento per stringerci intorno a un'amica e da lì sono nate nuove amicizie, scambi, condivisioni che, come dico sempre, di virtuale non hanno niente. Quest'anno riproponiamo l'iniziativa perché siamo delle inguaribili romanticone nostalgiche, ma stavolta c'è qualcosa di nuovo: la solidarietà. Oggi moltissime blogger pubblicheranno le loro ricette e quelle dei loro ospiti (che non hanno un blog) e avranno la possibilità di donare l'equivalente della spesa fatta per creare il piatto al Centro Astalli di Roma, che gestisce una mensa per i rifugiati: in questo modo inviteremo a tavola con noi, anche se virtualmente, delle persone che sono dovute fuggire dal loro Paese a causa di guerre e persecuzioni e che in Italia devono ricominciare da zero. Naturalmente anche se non siete blogger, non cucinate e non liberate ricette potete in qualsiasi momento fare una donazione al Centro: qui la pagina con tutte le modalità. 

Adesso non vedo l'ora di leggere tutte (oggi saranno dappertutto: su FB, su twitter con l'hashtag #liberericette e #freearecipe, ma per comodità Mammafelicematraslocante le linka qui).
"Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia. Questa ricetta la regalo a chi legge. Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web".

lunedì 21 gennaio 2013

Chi #saltalamerda gode

Certe serate si spiegano solo così (Zerocalcare è il genio assoluto) purtroppo, altre invece sono un rincorrersi di contenuti e sollecitazioni, rimandi e dubbi, scoperte più o meno gradevoli. In rete ho a che fare con persone per lo più molto intelligenti e sensibili con le quali ho scambi quotidiani di esperienze e riflessioni intense (oltre che di intense cazzate, ovvio) e con le quali condivido una visione del mondo che definirei sensata, perché il contrario di da stronzi non mi viene.
Ed è proprio in una giornata come queste, con persone così, che la visione confusa di ciò che mi circonda, parlando di web ma non solo, assume dei contorni nitidi e trova un modo per affrontare la cattiveria, la superficialità, l'ipocrisia, e nasce #saltalamerda
Lo spiegano come sempre meglio di me le Gran Dame della Combriccola Nicchiona (sembra il titolo di un film porno, sì)
- Barbara Mamma Fatta Così
- Lucia in mezzo al mar
- Francesca Mumtrioska
- Giada Quando Fuori Piove

Cosa vuol dire #saltalamerda?
Il concetto è piuttosto intuitivo, non servono grandi ragionamenti...
Quando mi è servito negli ultimi giorni?
Quando ho letto post veramente sgradevoli, con commenti se possibile ancora peggiori; quando ho sentito i miei colleghi affermare che "ci vuole il ritorno del Duce"; quando ho provato a informarmi sulla campagna elettorale in corso.
Attenzione! non si #saltalamerda e basta! Bisogna anche trovare il fiore!! Questi i miei:
- (occhio alla glicemia) "Mamma sei bellissima, anzi no, strabella" dopo ore di braccio di ferro per far passare queste interminabili giornate di pioggia
- il post di Serena Che madre sono?, un antidoto alla superficialità e alla polemica 
- il ritorno del blog della mia amica Luana aka la Staccata, che però adesso deve offrire da bere.

E voi? Siete pronti a saltare?

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